Negli ultimi anni sono stati sviluppati molteplici nuovi farmaci per la cura del tumore renale in fase metastatica e avanzata. I capisaldi per la cura del tumore del rene sono oggi le terapie farmacologiche a bersaglio molecolare e l’immunoterapia, mentre la chemioterapia si è storicamente dimostrata poco utile nella cura del tumore del rene. La scoperta di questi nuovi farmaci ha contribuito a migliorare notevolmente la qualità di vita dei pazienti rispetto ai decenni precedenti. La radioterapia viene invece riservata al trattamento palliativo di particolari siti metastatici della malattia.
I “farmaci a bersaglio molecolare” interferiscono con la crescita delle cellule del tumore e a differenza delle terapie antitumorali tradizionali, come ad esempio la chemioterapia che colpisce le cellule sane e malate indifferentemente, questi nuovi farmaci agiscono in maniera selettiva solo su alcuni bersagli delle cellule tumorali, con una considerevole riduzione degli effetti collaterali. La loro azione è principalmente mirata a bloccare la proliferazione del tumore e alla formazione dei vasi sanguigni che portano ad esso le sostanze nutritive che servono ad accrescersi (angiogenesi). È bene ricordare che i tumori in stadio 1 e 2 non necessitano di altro trattamento dopo la chirurgia.
I farmaci per la terapia a bersaglio molecolare attualmente a disposizione sono: sunitinib, sorafenib, pazopanib, temsirolimus, everolimus, axitinib, cabozantinib.
Si ricorda che le reazioni ai farmaci variano da paziente a paziente, taluni accusano pochissimi effetti collaterali, altri devono sopportare esiti più pesanti. Non necessariamente gli effetti collaterali descritti nel Profilo Farmacologico verranno avvertiti da tutti coloro che si sottopongono al trattamento.
Sunitinib (Sutent®) è indicato per i pazienti con cancro del rene localmente avanzato (stadio 3) o metastatico (stadio 4). Appartiene alla classe degli inibitori multi-target delle tirosin-chinasi. Si somministra giornalmente per via orale assumendo compresse e la sua azione interferisce con i segnali che stimolano la crescita delle cellule tumorali rallentando così la formazione di nuovi vasi sanguigni all’interno del tumore. Gli effetti collaterali più comuni sono eruzioni cutanee, diradamento dei capelli, innalzamento della pressione sanguigna e stanchezza.
Cabozantinib (Cabometyx®) è indicato per il trattamento del carcinoma renale avanzato negli adulti già precedentemente trattati con inibitori delle tirosin-chinasi. Pur essendo anch’esso un inibitore multitarget delle tirosin-chinasi, è a maggior spettro di azione perché caratterizzato anche dall’attività su alcune proteine responsabili della resistenza agli altri inibitori delle tirosin-chinasi, e quindi della loro inefficacia.
Everolimus (Afinitor®) è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma renale avanzato, che hanno presentato progressione durante o dopo terapia mirata anti-VEGF. Si somministra giornalmente in forma di compresse. Everolimus agisce inibendo la proteina mTOR, che ha un ruolo importante nei processi di proliferazione, angiogenesi e metabolismo della cellula. Gli effetti collaterali più comuni sono stomatiti, infezioni, astenia, stanchezza, aumento di colesterolo, trigliceridi e glicemia, come pure polmonite non infettiva.
Axitinib (Inlyta®) è indicato per il trattamento dei pazienti affetti da carcinoma renale metastatico e in Italia è stato registrato solo per pazienti in cui la malattia progredisce durante il trattamento con sunitinib. Appartiene alla classe degli inibitori multi-target delle tirosinchinasi. Si somministra giornalmente per via orale assumendo compresse e la sua azione interferisce con i segnali che stimolano la crescita delle cellule tumorali rallentando così la formazione di nuovi vasi sanguigni all’interno del tumore. Gli effetti collaterali più comuni sono l’ipertensione arteriosa, la diarrea e la fatigue.
Sorafenib (Nexavar®) è indicato per i pazienti con cancro del rene localmente avanzato (stadio 3) o metastatico (stadio 4). Appartiene alla classe degli inibitori multi-target delle tirosin-chinasi. Si somministra giornalmente per via orale assumendo compresse e la sua azione interferisce con i segnali che stimolano la crescita delle cellule tumorali rallentando così la formazione di nuovi vasi sanguigni all’interno del tumore. Gli effetti collaterali più comuni sono eruzioni cutanee soprattutto ai palmi delle mani e ai piedi, innalzamento della pressione sanguigna, diarrea, stanchezza e alterazione della funzione della tiroide.
Pazopanib (Votrient®) può essere utilizzato per il trattamento del cancro del rene localmente avanzato (stadio 3) o metastatico (stadio 4) in pazienti che non hanno mai ricevuto altre terapie o che non rispondono più al trattamento con l’interferone alfa o con l’interleuchina 2. Appartiene alla classe degli inibitori multi-target delle tirosin-chinasi. Si somministra giornalmente per via orale assumendo compresse e la sua azione interferisce con i segnali che stimolano la crescita delle cellule tumorali rallentando così la formazione di nuovi vasi sanguigni all’interno del tumore. Gli effetti collaterali più comuni sono rialzo delle transaminasi, l’innalzamento della pressione sanguigna, diarrea, alterazione della funzione della tiroide e imbiancamento dei capelli.
Temsirolimus (Torisel®) è indicato nel trattamento dei pazienti con carcinoma a cellule renali, soprattutto in quelli con malattia più a rischio; si somministra per via endovenosa. La dose raccomandata è di 25 mg infusa in un tempo di 30-60 minuti una volta alla settimana. La sua azione blocca la funzione di una speciale proteina (mTOR) presente nelle cellule, che ha un ruolo fondamentale per la regolazione della crescita e della sopravvivenza delle cellule stesse. Gli effetti collaterali più comuni sono anemia, eruzione cutanea, diminuzione o perdita dell’appetito, edema, astenia, aumento di colesterolo, trigliceridi e glicemia, come pure polmonite causata direttamente dal farmaco e non da batteri o virus.
Ci sono alternative ai protocolli standard?
Un’altra possibilità è data dall’associazione o dall’uso in sequenza di differenti molecole a bersaglio mi-rato, allo scopo di sfruttarne una possibile azione sinergica. Al riguardo sono in corso studi sperimentali atti a verificare l’efficacia e la tollerabilità dell’associazione di due o più dei nuovi farmaci, sia fra quelli ancora in studio, sia fra quelli già approvati. Per conoscere quali sono le alternative alle terapie di linea è possibile consultare la piattaforma web dell’AIOM, utile sia per conoscere quali sono gli studi clinici attualmente in corso sia per conoscere quali sono i centri di riferimento più vicini. Clicca qui per conoscere le sperimentazioni attive in Italia.